Alloggio a Elisabetta Trenta, l’ex ministra assicura: “È tutto in regola”. Ma Luigi Di Maio la scarica. L’opposizione attacca.
Il caso Trenta, sollevato da il Corriere della Sera, sta assumendo dei tratti addirittura grotteschi. L’ex ministra della Difesa, in quota Movimento 5 Stelle, vive attualmente in un alloggio che le è stato assegnato dal Ministero della Difesa.
Anzi, per la precisione è stato assegnato al marito militare. Niente di strano, o forse sì. Per almeno due motivi. Il primo è che la famiglia della Trenta risulta proprietaria di un’abitazione a Roma, al Pigneto. Per questo motivo non avrebbe diritto all’assegnazione di un alloggio ministeriale. In secondo luogo il marito della ministra, maresciallo dell’esercito, non avrebbe diritto a un appartamento di primo livello.
Scoperta la magagna, l’ex ministra ha deciso di non fare nessun passo indietro. La sua intenzione – dichiarata – è quella di rimanere nel bellissimo appartamento a pochi passi da San Giovanni in Laterano.
Elisabetta Trenta, “L’appartamento grande mi serve”
Poche ore dopo il caos mediatico, Elisabetta Trenta ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera difendendo il suo diritto a rimanere nell’alloggio in questione.
“Ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla? […] Non ho chiesto subito l’alloggio pur avendone diritto, ma soltanto nell’aprile scorso. Ho resistito il più possibile nel mio. Un ministro durante la sua attività ha necessità di parlare con le persone in maniera riservata e dunque ha bisogno di un posto sicuro2.
“Non potevo rimanere nel vecchio appartamento perché c’erano problemi di controllo e di sicurezza. In quella zona si spaccia droga e la strada non ha vie d’uscita. E poi io avevo bisogno di un posto dove incontrare le persone, di un alloggio grande. Era necessaria riservatezza”.
La Trenta ha poi ribadito di non essere intenzionata a lasciare l’appartamento fino a quando le regole le consentiranno di rimanere.
“Ho l’atto di cessazione dell’esercito a me e ho tre mesi per andare via. Intanto mio marito ha fatto richiesta perché è aiutante di campo di un generale e per il suo ruolo può avere quell’appartamento“.
L’ex ministra ha poi parlato del caso legato alla casa di proprietà.
“In realtà mio marito ha la residenza nella sua città dove ha una casa, ma ha diritto ad avere l’alloggio dove lavora. Invece l’appartamento di Roma al quartiere Pigneto è intestato soltanto a me. Finora è rimasto vuoto, non l’ho affittato. Continuo a pagare il mutuo e sono nella legalità e per questo non capisco gli attacchi. Crede davvero che se non fosse stato tutto in regola lo Stato maggiore avrebbe dato il via libera?”.
Il caso Trenta imbarazza il Movimento 5 Stelle. Di Maio furioso
Il caso legato all’alloggio della Trenta imbarazza e non poco Luigi Di Maio. I pentastellati parlano di un Di Maio furioso per la storia dell’appartamento di 180 metri quadri nel cuore di Roma occupato dall’ex ministra. Che non sarà più ministra, ma tanto la casa è stata assegnata al marito (si dovrà chiarire come e perché) che è un militare in servizio.
“Sicuramente il marito avrà il diritto all’alloggio, ma è opportuno che in questo momento l’ex ministra Trenta, dopo aver avuto tre mesi di tempo per farlo, lasci quella casa. Poi suo marito farà la richiesta per ottenere l’alloggio come tutti gli ufficiali dell’Esercito seguendo la normale graduatoria. È la cosa più corretta da fare”, ha detto Di Maio durante la sua visita in Campania.